Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Progetti educativi
Un laboratorio di cartapesta
contro le ecomafie


Il progetto "scuolambiente" fa parte di un programma di educazione all'ambiente - raccolta differenziata, riciclaggio di materiali (in questo caso carta da utilizzare per creare burattini) - realizzato presso la scuola Giancarlo Siani di Villaricca.
Il progetto affronta temi legati alla legalità e al rispetto dell'ambiente. Nella sua parte pratica e creativa prevede un laboratorio che con l'uso di cartapesta (per costruire un pannello e dei burattini) induce i ragazzi a imparare una tecnica antica di produzione artigianale famosa in tutto il mondo che trova espressione nell'arte presepiale, nella produzione di maschere di carnevale e nella creazione di burattini. I burattini servono poi come terapia liberatoria perché i ragazzi fanno dire ai loro ciò che sentono dentro, e sono adatti a guidare i ragazzi dalla manualità alla cultura: li spingono infatti a creare nuovi personaggi e a inventare storie e copioni.
Partecipano al corso gli adolescenti della seconda media ma la tecnica della cartapesta si può insegnare anche a bambini delle elementari.
I ragazzi di 12 e13 anni che alla Siani hanno scelto la cartapesta sono in 30 e sono stati divisi in due gruppi: 15 per il pannello di cartapesta e 15 per la costruzione di burattini.
Gli artisti responsabili del laboratorio di costruzione sono: per i burattini Imma Maddaloni, per il pannello Giuseppe Panariello. La documentazione delle varie fasi del progetto di costruzione è del fotografo Pasquale Lamitella.
Il corso inizia facendo chiarezza sulla differenza fra marionette e burattini. Le marionette spiega Imma Maddaloni, hanno un'antichissima origine e sono fantocci fatti muovere con i fili da un operatore che sta in alto. I burattini sono invece fantocci che hanno solo la testa e le mani e sono animati dal movimento delle dita della mano del burattinaio all'interno del corpo del burattino. Se hanno anche i piedi sono mossi con due mani.
Le teste dei burattini sono in legno o in terracotta; qualche volta sono anch'esse di cartapesta (come è per i carri del carnevale). Per farle muovere, sono fatte in modo da poter inserire dentro uno o due dita. La tecnica è questa: si prende pezzo di una calza e si riempie di segatura. Si prende poi un'asticella (per esempio un manico di scopa segato a 20 cm), si inserisce nella calza a modo di tappo e si lega. Questa struttura è chiamata la "pupatella". Sulla calza si poggia l'impasto che viene modellato. Quando l'impasto è secco si toglie l'asticella che fa da tappo alla segatura, questa cade e lascia il vuoto per inserire le dita.
Finita la testa, si colora, si disegnano o si attaccano i capelli e infine il burattino viene vestito.
Una volta finito e vestito il burattino, è pronto per lo spettacolo.

Come si prepara l'impasto di carta
Si usa carta da giornale e cartone molto porosi. Si strappa in piccoli pezzi come coriandoli e questi si lasciano cadere in un secchio con acqua e colla da parati o vinavil. Lì rimangono a macerare per 5 o 6 giorni.
Tolta l'acqua in eccesso si impasta e si batte anche con il matterello (per far uscire l'acqua in più) e si lavora come per fare il pane. Poi l'impasto si mette sulla "pupatella" e viene lavorato.

La "pupatella"
La "pupatella" si chiama così perché quando una volta non esistevano i ciucciotti, ai neonati e bambini piccoli si dava una pezzuola riempita di zucchero che i bambini potevano succhiare.
Nello stesso modo per le bambine si creavano delle "bamboline di pezza".

 

 

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Num 90 Aprile 2009 | politicadomani.it